#ULTRAJAM

Immagina per un momento di essere un bambino e di avere a disposizione tantissimi giochi: quelli da tavolo, riposti nello scaffale; i lego, le bambole, sparsi per tutta la casa; e poi ovviamente i tuoi amici, quelli che abitano nel quartiere, con cui giochi a nascondino. Immagina se improvvisamente arrivasse un mostro, rubasse tutti i tuoi giochi e, per paura, costringesse tutti i bambini del quartiere a rimanere dentro le proprie case. Terribile vero?


È la realtà, trasformata in fiaba, che da fine febbraio 2020, ognuno di noi ha vissuto. Il nostro mostro è stato il Covid-19. Improvvisamente, le nostre vite sono cambiate e le nostre routine, completamente stravolte, avevano bisogno di nuova linfa per rendere sopportabile una situazione di sofferenza, come può essere la quarantena.


In questo clima, nasce #ultrajam, un'idea pazza, che forse non sarebbe mai venuta a nessuno che non avesse attraversato questo particolare momento storico: creare una band che, da remoto, si adoperasse per la realizzazione di un brano a scopo benefico. Lanciato l'appello su Facebook, quasi per esperimento, le adesioni sono state in breve tempo più di 50 e da tutta Italia.


Finalmente il micro-team, formato da Andrea Colloredo (musiche), Gioia Favero e Monica Chinello (testi), poteva espandersi. Purtroppo una scrematura era necessaria, perché il solo criterio per la partecipazione al progetto era essere dotati di una strumentazione per la registrazione.


La “community-based band” era formata; il brano, nel suo stato base, pronto. Da quel momento sono seguiti giorni impegnativi e di lavoro incessante, ma caratterizzati da un entusiasmo unico e un'emozione tutta particolare. Ognuno di noi poteva fare ciò che più ama, superando le restrizioni che la quarantena impone. Con una forza che ci animava e che ci anima tuttora: fare tutto ciò per aiutare!


Questo è stato l'inizio di #ultrajam, ma siamo pronti a scrivere altre pagine di questa storia!


To be continued...

Torna alla home